LA CHIRURGIA LAPAROSCOPICA PER L’ERNIA INGUINALE E CRURALE

 

La chirurgia laparoscopica è ormai diffusa in moltissimi ambiti e senza dubbio risulta essere la metodica di elezione per trattare le ernie inguinali e femorali (o crurali), soprattutto quando si debba intervenire su ernie recidive o  bilaterali, che necessiterebbero in alternativa di due distinti interventi tradizionali di ernioplastica. L’operazione eseguita in laparoscopia consente infatti di procedere con un unico intervento attraverso 3 piccoli fori di incisione di al massimo un centimetro di diametro, risultando, a prescindere da che si intervenga su ernia mono o bilaterale, altamente mini-invasiva. Con la tecnica TAPP (acronimo che sta per via di accesso transaddominale pre-peritoneale) si accede alla cavità peritoneale e si visualizza dall’interno la zona di cedimento fasciale grazie a una minitelecamera introdotta unitamente agli strumenti chirurgici. Si incide la membrana (chiamata peritoneo) che riveste dall’interno i muscoli della parete addominale, si riduce il sacco erniario e  si posiziona una retina per chiudere la breccia lasciata dall’ernia. La membrana peritoneale viene poi richiusa con graffette metalliche.  In questo modo la percentuale di recidive a distanza di tempo, a seguito di questo intervento laparoscopico, si attesta tra 0,2 o lo 0,4%, una percentuale davvero risibile.  La dimissione avviene entro 24 ore e nell’arco di 2-4 giorni il paziente può riprendere tutte le attività quotidiane. Dopo 7-10 giorni può ritornare al lavoro. L’ernia inguinale o femorale, ma in generale ogni tipo di ernia, non può guarire con una terapia medica e, per quanto inizialmente possa risultare asintomatica, è destinata a peggiorare, arrivando inevitabilmente a dare fastidio in maniera sempre più rilevante quando si fa sport o semplicemente si sta in piedi a lungo, durante la defecazione o in occasione di starnuti e colpi di tosse. L’intervento in laparoscopia è ideale anche per risolvere recidive precedentemente trattate con l’ernioplastica tradizionale per via anteriore perché in questo modo si evita di ripassare attraverso la cicatrice. In ogni caso, deve essere il chirurgo a decidere quale tecnica utilizzare, a seconda della sua esperienza e delle caratteristiche del paziente (età avanzata e/o uno stato di salute non perfetto, ad esempio, sconsiglieranno l’anestesia generale). L’ernia inguinale, la più frequente, soprattutto nel sesso maschile, è localizzata all’inguine e cresce in basso verso lo scroto, mentre l’ernia femorale (o crurale) è tipica nel sesso femminile, è spesso di piccole dimensioni e si sviluppa alla radice della coscia, è più pericolosa perché tende più frequentemente a strozzarsi. Essa rappresenta il 2-5% delle ernie addominali e si forma ugualmente a seguito della fuoriuscita di un'ansa intestinale nell'area del pube per l'indebolimento della fascia muscolare ileo-pubica che ricopre questa parte. L’ernia può essere congenita, cioè presente dalla nascita, o essere originata dal progressivo cedimento dei tendini per la concomitanza di più fattori: predisposizione individuale, sforzi fisici, fisiologico invecchiamento dei tessuti.

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